sabato 19 marzo 2011

Auguri a tutti i papà!


Hey Papà, 
Anche quest'anno è un'altro anno senza te, come ti va la vita? Sicuramente se eri ancora con noi saresti stato attaccato alla tv a sentire le notizie della Libia fino a quando ti arrivava quella lettera, sempre quella maledetta lettera, che tu leggevi anche se sapevi cosa diceva.
Poi avresti alzato gli occhi verso di noi, ci avresti sorriso e avresti detto: devo andare.
Ormai siamo cresciuti papà, io sono riuscito a prendere anche la patente, non sono più il bambino che portavi al ristorante italiano per farmi sentire l'atmosfera italiana e per farmi assaggia gli spaghetti veri, non come quelli che cucinava mamma.
Saresti stato nonno, lo sai?
Marta ha un bellissimo bambino e credo che tra non molto anche Hector ne avrà uno.
Tu ti diverti con mamma? Fate ancora i viaggi che vi facevano sparire due giorni da casa e che nove mesi dopo vi davano un bambino?
Io ormai sono cresciuto papà, sto studiando l'italiano a scuola perchè era la tua lingua, mi sono fidanzato. Come dicevi tu alla fine sono riuscito a trovarmi una ragazza bellissima, suo papà ti conosceva, l'hai addestrato un'anno quando ha fatto il militare, dice che eri bravo; Ma su questo non ho mai avuto dubbi! 
Juan diventa sempre più bello, ti somiglia molto e quando parla certe volte mi fa pensare a te.
Oggi siamo rimasti tutti a casa e abbiamo parlato di te, di quando Lucas ha detto a tutti che eri nella mafia invece che nella marina, di quando scendevamo a mare tutti insieme, di quando in gita sull'Etna ci siamo rotolati sulla neve e mille altre cose fantastiche che abbiamo fatto insieme.
Io ormai sono cresciuto papà, ma per diventare come eri tu ancora me ne manca di strada. Spero che io miei figli mi amino almeno la metà di come io amo te e spero di dargli anche un quarto di quello che tu e mamma avete dato a me.
Oggi è la tua festa Papà.
Tanti auguri!


venerdì 11 marzo 2011

PER SEMPRE ...


La MORTE. Questa volta il tema l’ha scelto il mio socio. E devo dire che non è un brutto tema tutto sommato, sicuramente più serio di molti altri che abbiamo fatto. Non voglio ammorbarvi tanto con tanti giri di parole o fare battutine sceme in merito perché non è un argomento su cui ridere.
Che la morte sia parte della vita stessa è un dato di fatto ed è per tanto inevitabile. Fin da quando nasciamo lentamente stiamo già morendo, perché invecchiamo e ci avviciniamo alla fine di questa vita. Un pensiero cupo ? no, realistico. E prima lo accettiamo prima credo che vivremo al meglio la nostra vita e meglio accetteremo le morti che inevitabilmente troveremo lungo il cammino.
“La morta è solo il punto centrale di una lunga vita. È solo il punto di passaggio” così cita un detto buddhista e uno celtico. E io ho iniziato a credere che sia veramente così. nessuno sa quello che accadrà dopo aver chiuso gli occhi per sempre. I più pessimisti pensano che diverremo solo cenere, altri più fiduciosi e più sognatori sperano in giardini radiosi in cui deliziarsi della pace in eterno. Altri ancora, più orientali e più filosofici, credono che torneranno di nuovo dopo questa vita, in altre vite, per decine di volte forse. Non sono qui per dire quale di queste considerazioni è vera o quale no. Di sicuro ognuna riflette un punto fondamentale di questo post: avere o no paura della morte.
C’è gente che è così terrorizzata di morire che odia anche invecchiare o più semplicemente e più mostruosamente fa di tutto non solo per non morire ma fa di tutto per non vivere pensando costantemente alla morte. Il tempo che ci è stato concesso qui è così breve... non sprechiamolo temendo una cosa che è degli uomini e che è inevitabile: c’è altro di cui aver paura.
Altri temono proprio quello che li attende dopo: gli atei si sono messi l’anima in pace pensando solo a vermi e terra, ma i credenti, di qualsiasi religione, pensano al terribile giudizio che i loro dei gli riserveranno. Andremo in paradiso, andremo all’inferno? E poi cosa sono queste due cose? Non smetteremo mai di chiedercelo: nessuno sa che accadrà dopo e quando accadrà non potremo più dirlo di certo ai morti.
C’è vita dopo la morte? Personalmente penso di si. Credo che c’è qualcosa di più ad attenderci al di là. Forse saranno terre verdissime e bellissime dove c’è sempre il sole e dove eternamente cammineremo con le persone che abbiamo amato e che finalmente rivedremo, in questi giardini eterni troveremo le risposte a tutte le nostre domande, saremo guariti, non avremo più fame o sete e chi ha avuto una dura vita sarà ripagato per le sue fatiche. Così sarebbe molto bello il paradiso. Non nego che anche un bell’inferno per chi ha commesso del male sarebbe gradito, ma per coloro che davvero sono stati crudeli e hanno ucciso o fatto male alle persone durante la loro vita. E se invece nasceremo di nuovo? Dopo tutto anche questa idea non è male. Continuare a rinascere per sempre, rincontrare persone delle nostre vite passate, imparare nuove lezioni, evolvere il nostro spirito, diventare più saggi: a questo serve la rincarnazione, ad elevarci verso uno stadio spirituale sempre più puro e perfetto fino a tornare a fondersi con l’origine divina che ci ha creati. Non continuerò a parlare di cose così metafisiche, ci sarebbero troppe complicazioni da spiegare.
C’è vita dopo la morte? E’ giusto che ci sia? Finisce tutto in terra e polvere? Non credo che sia così giusto se finisse tutto in una bara sotto terra. A che servirebbe amare, soffrire, vivere e tutto se poi finirebbe tutto nel buio comunque? Non la trovo una cosa molto giusta. Ma per alcuni forse morire e non sentire più niente può essere una sensazione più gradevole che continuare a rinascere in eterno o starsene a mirare un cielo pieno di nuvole chiamandolo paradiso per l’eternità. Molti si accontentano di una sola vita e la vivono al massimo perché credono che poi dopo non c’è più nulla: forse non è sbagliato come concetto, vivere tutto al massimo perché sai di poterlo vivere solo una volta. Però lo trovo così triste che di noi non rimanga nulla dopo....
Neanche il più saggio può sapere che ne sarà di noi dopo di qui...
Molti temono la morte. Io no.
Negli ultimi anni mi è capitato di assistere alla morte di molti conoscenti, più o meno intimi. Per alcuni ho pianto, per altri no, non perché non gli volessi bene, ma perché ero felice per loro, non fraintendetemi, ero felice perché avevano smesso di soffrire dopo lunghissime malattie e la morte sembrava davvero una liberazione da tutto il dolore, un volo verso un cielo libero. Non ho ancora per fortuna provato la morte di una persona amata o davvero intima, non so come reagirei in tal caso, ognuno credo che reagisce in modo diverso alla morte, che ha i suoi tempi per metabolizzarla. C’è chi è arrabbiato con tutti, chi non se ne fa una ragione, chi si tortura per anni e smette perfino di vivere troppo legato al dolore. Non so perché sento una grande pace io invece. A volte anche io avrei voluto prendere quel volo nel cielo libero... ma era solo pazzia forse. Però credo fermamente che chi muore, anche se fosse stato meglio se fosse vissuto, almeno non soffre più. Non auguro la morte a chi sta male, ma ho la convinzione che dopo, qualsiasi cosa avvenga di noi, ci sia solo luce e benessere...
Per molti è oscura e dolorosa, per altri è una tragedia incommensurabile, a volte il vuoto è così forte che si smette di ridere, di vivere, di sorridere, perfino di amare... non so se è giusto reagire così o no, ognuno reagisce a modo suo. Io sono solo triste quando assisto a quei riti freddi e tristi dei cattolici, a quelle lastre di pietra che chiudono per sempre una tomba. Tutti piangono avanti a quella cassa di legno. Io credo invece che quello sia solo un corpo, ma per quanto amato e conosciuto, è solo un involucro vuoto: sono convinto che la luce che conteneva è già altrove, già in pace. Si piangere serve, gridare forse, ma accettare è la cosa più giusta per noi e per chi non c’è più.
Per alcune culture lasciare il defunto libero di andare oltre i confini del mondo sia indispensabile per il suo benessere spirituale: in poche parole se si continua a ricordare assiduamente e desiderare che rimanga con noi non si lascia libero di andare avanti nella sua evoluzione. Bisogna lasciarli andare avanti... non dimenticarli, ma neanche legarli a noi ancora ostinatamente. Saranno comunque accanto a noi per sempre. Sono convinto che chi ci ama non ci lascia mai, anche se non lo sentiamo più: è dentro di noi... in un certo senso vive ancora.
Forse tutte queste stupidaggini servono solo per non stare male e per farsene una stupida ragione.
Io, dal canto mio, non ho paura di morire. Sono sereno. Forse potrei temere solo il giudizio di dio per la mia vita e per i miei peccati, se peccati sono stati, ma confido nel suo amore: lui sa cosa ho fatto di bene e di male. Spero che sia clemente con me. E poi, dopo una dura vita non credo che dio sia così crudele da accanirsi ancora su di noi anche dopo la morte.
Se dovessi rinascere? Avrei già un’idea in chi rinascere: sarebbe il modo più bello e più puro per stare accanto a una persona che amo. Ma l’importante se rinasco è che voglio capire ancora di più le cose, evolvermi ancora di più, appendere di più, aumentare luce allo mio spirito, e pagare i debiti accumulati in questa vita.
Non ho paura di morire. Forse per superare questo terrore ho scritto tutte queste cazzate. Forse perché ho già provato 4 volte a.... forse perché non c’è nulla da temere, qualunque cosa accada. Una Madre ci ha dato la vita, la stessa Madre se la riprenderà e attraverso di lei rinasceremo di nuovo. E poi penso che temere la morte non ci faccia vivere sereni. So che devo morire, prima o poi, a volte spero presto perché non voglio invecchiare, a volte spero invece di vivere lunghi anni ancora per vedere e conoscere tante cose. In entrambi i casi, non penso a come morirò o quando, ma penso al momento in cui sarò lì pronto a dire addio a questa vita: voglio guardarmi indietro e voglio poter dire “ho fatto del mio meglio, ho vissuto nel miglior modo possibile e sono felice della mia vita e non ho più rimpianti”. Questo è quello che spero di più.
Come immagino il mio funerale? L’ho progettato molte volte! Lo so è macabro ahah! Vorrei solo che fossero presenti le persone che amo di più, ma non voglio che sia un evento triste: voglio che siano felici per me.
Infine, posso dire questo: credo fermamente che non importa cosa avverrà dopo la morte. Non importa se rinasceremo, se vivremo in cielo o nel fuoco, o semplicemente marciremo nella terra. Credo che la vera immortalità degli esseri umani sta nelle tracce che lasciano di sé nel mondo.
Il ricordo si se stessi, l’amore per gli altri, è questa l’immortalità che gli dei hanno concesso agli esseri umani... finché qualcuno ci vorrà bene o ci ricorderà, noi non moriremo mai e saremo giovani per sempre.
Ho pensato molto alla canzone da dedicare a questo mio post. Sicuramente molte canzoni vorrei che fossero dedicate a me quando sarà il mio turno. Ma non so se debba essere una canzone triste oppure felice quella di adesso.
Ma ora ho scelto.
“Halo” di Beyonce. Sicuramente è una canzone d’amore più che da abbinare a un post sulla Morte, ma nelle prime strofe dice delle cose molto toccanti, che sono proprio come io intendo che sarà dopo la morte. Le persone che amiamo non andranno mai via..
Dovunque guardo adesso
Sono circondata dal tu abbraccio
Amore riesco a vedere la tua aura
Tu sai che sei la mia grazia di salvezza
Tu sei tutto di quello che ho bisogno e di più
E scritto sopra il tuo viso
Amore riesco a sentire la tua aura
Prega che non si sbiadirà mai”

L'ultima visita!


Rieccomi!
Ogni tanto torno anche io a scrivere per Moranando e oggi ho pure scelto il tema (cosa che non succedeva dal nostro primo post): la Morte.
In effetti non è un tema molto felice per un ritorno ma comunque molto importante.


Cos'è la Morte? La fine della vita terrena, la fine di tutte le funzioni biologiche che ci permettono di vivere, la fine dell'esistenza di un'individuo.
Oggi la morte è tornata nella mia vita. Il tristo mietitore si è portato via un'amico di mio padre, e questo mi ha fatto molto pensare. Quand'è stata l'ultima volta che l'ho visto? Di cosa abbiamo parlato? L'ho salutato degnamente per un'addio?
La vita è proprio una cosa strana, sei per strada e ti viene un'infarto, un tumore entra dal nulla nella tua vita oppure una bomba ti fa saltare in'aria e tutto finisce.
Cosa si pensa prima di morire? Alla tua famiglia? All'amore della tua vita? Alla speranza che se c'è un Dio, anche se tu non ci credi, possa accoglierti comunque nella sua casa? A quello che abbiamo fatto nel passato? Rimpianti? Ripensamenti? Questo non lo posso sapere, so solo quello che la morte lascia. 
Tanto dolore.
Tanta rabbia per non aver detto abbastanza volte alla persona che ti ha lasciato quanto l'amavi, tanta tristezza perchè sai che non la rivedrai più, tanti ricordi nel cuore, e poi c'è il dolore, che è la cosa più terribile. Una ferita che ti squarcia il cuore e che si chiude solo col tempo, ma pronta a riaprirsi in ogni occasione.
Poi 'passa' e la vita riprende il suo bizzarro percorso.
Basta, fine parole :)

martedì 8 marzo 2011

AVANTI A UN BIVIO ... TRA CUORE E MENTE


Siamo mancati per molto tempo io e il mio socio, ma oggi torniamo sulla cresta dell’onda con un bel post alquanto serio dedicato a “Istinto e Razionalità”, scegliere di seguire i sogni o la realtà di tutti i giorni ?
Ogni giorno ogni persona si trova avanti a un BIVIO, ogni istante siamo chiamati a fare delle scelte, dalle più stupide come decidere che scarpe mettere ( e se hai 30 paia come me è un problema ) a scelte più difficili: dire la verità o una bugia, seguire il proprio istinto o pensare razionalmente prima di aprire bocca e parlare?
Da bambini, quando tutto è a colori e pieno di lucette lampeggianti ed è sempre natale, pensi che basta sognare ed esprimere un desiderio per ottenere tutto quello che si vuole. Da piccoli si sogna in grande: fare il pompiere, l’astronauta, la fotomodella, il cantante. Da piccoli è tutto così facile, non c’è il dovere, i soldi, le difficoltà, la concorrenza degli altri contro cui scontrarsi.
Poi arriva un giorno in cui la mamma o la maestra ci dice “questo non puoi farlo” e tu capisci che il mondo ti ha fregato e che devi crescere e iniziare a lasciar i sogni nei cassetti del letto.
Arriva il giorno in cui i meccanismi degli adulti ci agguantano e tutto diventa casa lavoro casa lavoro e rispondere sempre razionalmente a tutti gli impulsi esterni, niente più emozioni, niente più adrenalina a mille quando sai che stai andando a tutta velocità e stai rischiando, e piano piano si dimentica cosa sia l’istinto di una decisione senza senso.
Ci domandano sempre cosa ti piacerebbe fare da grande, ma un conto rispondere a 3 anni, un conto a 22 anni. Il mio sogno rimane sempre quello, ma attorno a me vedo un mondo troppo freddo che mi impedisce di realizzarlo.
Io continuo, scioccamente forse, a sognare, voglio fare lo scrittore, sogno tanto lavoro mi impegno, ma la realtà è un'altra. Tanti amici che conoscono, molte persone adulte, ma hanno insegnato che si arriva un punto e si smette di sognare si vive solo con il cervello facendo tacere il cuore.
Ma è giusto ?
E’ giusto gettare i sogni per vivere solo nella tranquilla quotidiana facile razionalità? Niente più brividi del rischio? Niente più nottate a progettare palazzi di vetro e altri mille sogni ?
Alle persone che conosco posso dire questo, dar loro questo consiglio, forse il più pazzo che c’è: non smettete di scegliere la direzione del vostro cuore quando vi troverete davanti al BIVIO. Molti vi diranno “non ci riuscirà, scegli una vita più tranquilla, scegli un lavoro normale, devi usare il cervello”. Non fatelo, non fatelo molto comunque. A volte sognare, lavorare seriamente e per un sogno, è una cosa fantastica. Verrà il giorno in cui si realizzerà o forse sarete mortalmente delusi perché non si avvererà, ma non rimpiangerete mai di averci provato.
Quando dovrete scegliere tra il facile e il difficile, chiedetevi piuttosto quello che vi renderebbe liberi e felici: la risposta vi verrà subito. E se la risposta sarà la strada in salita, saprete però già cosa vi troverete alla fine: la felicità.
Non so perché mi è venuto fuori questo post, o forse lo so e lo tengo nel cuore. So solo che vedere una persona che rinuncia a un sogno, anche se per i più buoni motivi quali la famiglia, la scuola, il lavoro o l’amore, mi fa molto male.
Mai accontentarsi nella vita: io lo sto facendo e già me ne sto pentendo. Ma tu che hai più forza, tu che sei giovane, tu che sei all’inizio e non hai ancora scelto al BIVIO quale strada perdere, pensaci due volte e segui il tuo istinto; non è vero che l’istinto ci fa sbagliare, ci fa essere irrazionali forse. E chi ha detto che la razionalità ci porta nel giusto? Una razionalità mossa da una paura inconscia ci fa comunque sbagliare.
Come in tutte le cose ci vuole l’equilibrio logicamente. Ma sono dell’idea che non è vero che tutto deve partire dal cervello e dalla razionalità, secondo me la vita deve essere vissuta con il cuore, tutto deve partire dalle passioni, dagli istinti, dai sogni, e bisogna usare la grande forza della mente umana per realizzare i proprio sogni con razionalità.
Questo è giusto.
Il mio socio avrà sicuramente da commentare qualcosa su questo post. “non ha nessun senso” mi dirà. Si forse è vero, ma per me oggi ne ha molto invece. Ho capito che a volte bisogna scegliere e la scelta è sempre difficile: ogni scelta comporta una perdita di qualcosa di importante, ma a volte non bisogna pensare a ciò che si perde ma a ciò che ci rende più felice.
Meglio una vita razionale sicura ma assolutamente piena di rimpianti e piatta?
O è meglio una vita un pò rischiosa, un po’ in bilico, ma che sia degna di essere chiamata vita?