Hola a todos! E’ un bel po’ di tempo che non ci sentiamo, o meglio leggiamo, vero? Il mio socio è sempre così incasinato e impegnato poverino. Oggi è stata una giornata strana. C’è stato tutto il giorno il sole, però sentivo comunque freddo e avevo addosso quella sonnolenza, quella stanchezza da letargo autunnale. Forse la primavera non è ancora arrivata per me? Chi lo sa... E’ da stamattina che ascolto una canzone, una canzone che mi accompagna da un po’ di settimane. Sono successe così tante cose in questi giorni eppure a chi mi vede dal di fuori vede il solito Matteo. Forse le cicatrici non sono segni che si vedono poi così tanto, se sai nasconderle con un po’ di trucco. Mi sento strano. Vuoto a volte, oppure leggero. Non so perché, ma sembra che io debba attendere qualcosa, qualcosa che deve accadere per far arrivare la primavera anche nelle mie di stanze. Non lo so. So solo che avevo bisogno di scrivere sta sera.
Moranando ha superato i 50 post! Sono molto contento di questo. Ogni post è un passo in pi che ho fatto mano nella mano con il mio socio. Il mio socio... A volte mi sembra che si sia il sole nella stanza quando c’è lui; con il suo sorriso, la sua allegria, la sua forza, la sua pazienza. E’ il mio mago dei sogni dopotutto. A volte vorrei aprire la finestra di questa stanza e volare fin da lui. a volte invece penso che non sono così importante per lui o per gli altri. Chissà...
Succedono cose strane questi giorni, le solite cose in un certo senso, forse sono solo io che le vedo con occhi diversi, forse stanchi, forse annoiati. Altre cose invece non so perché rimbombano ancora nelle mie orecchie, parole di chi amavo, ma amavo davvero?
Credo che si debba sacrificare l’amore a volte se si vuole davvero bene. O è sbagliato? Solo il tempo mi darà la risposta che voglio: si può vivere con queste cicatrici? Però l’importante è non perdere coloro a cui si è legati.
Fa molto caldo sta sera, però è un po’ come se piovesse. Amo molto i temporali estivi, quando nella calura del pomeriggio alcune gocce fresche ti bagnano il viso. La vuoi quella pioggia, è provvidenziale, perché sai che lava via la polvere e il sudore e la stanchezza, proprio come se dissetasse una terra arida. Quando ci sono i temporali estivi, così forti, così impetuosi, mi piace stare sotto la pioggia, sentirla sul mio viso. Confonde le lacrime a volte. Quella pioggia così calda sembra accendersi sulla pelle, un po’ come se desse fuoco alle cose.
Dar fuoco alla pioggia... Non credo che sia così sciocca come cosa in un certo senso.
Non lo so il senso di questo post, non so il senso di molte cose in questi giorni, e so che il mio socio farà i soliti commenti su quanto io sia patetico ecc, ecc...
Sto aspettando che piova, che l’acqua cancelli alcuni ricordi, nasconda le lacrime, lavi via la polvere di questi anni e disseti queste labbra che hanno sete; sete di amore, di baci, di promesse, di parole dolci. Che sciocco che sono, sperare che piova con questo sole... E poi sperare che torni l’arcobaleno forse? Forse... Ma adesso aspetto solo che piova, che cada di nuovo quella pioggia così fresca d’estate. Vorrei confondermi con le gocce, o vederle luccicare sul viso di qualcuno che mi ama. Che mi ama..
La maggior parte delle persone non capirà affatto questo post, neanche il mio socio forse, forse neanche io.
Aspetto. Non so più cosa o chi, ma so che aspetto. La pioggia forse serve solo per cambiare, per smuovere la polvere, per dare più forza, per lavare via i ricordi. I ricordi. A volte voglio dimenticare a volte voglio invece ricordare ogni dettaglio di ogni cosa perché solo ricordando mi sembra di sopravvivere al tempo. Il tempo, è come la pioggia lava via ogni cosa.
Il tempo, la pioggia, l’attesa. Ed io. A volte mi sembra di stare seduto sulla finestra e vedere semplicemente il giorno che scorre e il sole che naviga nelle nuvole. A volte è bello star così, a volte mi stanca come se corressi per ore. E ora sono stanco di questo autunno. Vorrei che arrivassero i monsoni estivi e le piogge calde che portano con loro la bella stagione. Una bella stagione per me, almeno una volta, una volt almeno prima dell’inverno.
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