mercoledì 26 gennaio 2011

ASCOLTACI ...

Hola a tutti ! Lo so, siamo mancati questi giorni, il mio socio e me, ma eravamo molto indaffarati (e lui non voleva scegliere un nuovo tema...); comunque. Oggi parleremo di un argomento ancora molto dibattuto tra tutte le persone nel mondo: Dio.
Non voglio discutere sull’esistenza o meno di Dio ma voglio parlare della mia esperienza con il divino, che io ritengo reale.
Fin da bambino sono stato cresciuto da buon cattolico osservante, timoroso di Dio, assiduo alla messa domenicale, alle processioni e alle festività religiose; pregavo moltissimo, con le mie nonne ad esempio che mi hanno insegnato tutte le feste e le preghiere per ogni santo. Tredici anni di scoutismo hanno formato in me una forte spiritualità cristiana e un incontro continuo con Gesù e tutto il rituale cattolico: diciamo che la chiesa del paese era la mia seconda casa e mi trovavo a mio agio nel servire le funzioni religiose.
Crescendo, e iniziando a vedere come andava il mondo, molte e molte volte mi sono chiesto se Dio esisteva davvero. D’altronde, guardando tutto quello che accade attorno a me questa domanda torna spesso frequente nei miei silenzi: perché Dio fa che tutto questo male accada? La risposta cristiana a questo quesito è che è l’uomo cattivo e agisce sotto la tentazione di Satana. Forse sarà così; ma se Dio è amore, è misericordioso, perché fa morire i bambini in Africa, perché permette che avvengano assassini e violenze sugli innocenti, o avvengano catastrofi naturali?
Negli ultimi anni, iniziando a leggere libri e guardandomi in giro, ho conosciuto nuove religioni, nuove filosofie di vita. L’umanità è così numerosa e caoticamente mescolata, ormai così modernizzata e frenetica, che ha dimenticato di curare la propria anima, o spirito.
La religione è nata con l’uomo e anche nel 2011 c’è sempre qualcuno che volge gli occhi al cielo sperando di trovare in qualcuno più in alto di noi le risposte che neanche la scienza ha trovato. Forse è solo la speranza che crea gli dei... la speranza di un mondo migliore, di una vita migliore.
Ho imparato negli ultimi anni che Dio, non è quello dei quadri, o dei testi sacri, o dei grandi templi ancora esistenti (chiese, sinagoghe, moschee); Dio non è uno solo e tutti gli altri sono falsi idoli. Secondo me c’è un’entità superiore, creatrice di ogni cosa e che dirige il destino di ogni creatura e attende che ogni cosa accada, che ogni causa porti una conseguenza, e che costantemente ci osserva, ci parla, si mostra a noi nelle piccole grandi cose che ci circondano, solo che noi non riusciamo più a sentirlo parlare nel nostro cuore.
Lo so che essendo cristiano non dovrei dire queste cose, brucerei di certo all’inferno secondo il papa di Roma (ma comunque brucerei all’inferno per il mio stesso stile di vita, quindi comunque sono perso ahaha). Secondo me c’è una divinità, una sorgente dell’esistenza, uno spirito superiore, che è sia maschile che femminile, è Dio giudice severo e creatore, ma è anche madre che dà la vita, che cura le sue creature, che guida gli spiriti dei suoi figli. Dio è uno, è tanti; non c’è un solo Dio, ma sono gli uomini, che nella loro stupidità di menti limitate hanno bisogno di dare un nome, un sesso e un volto al Grande Spirito, solo perché riescono a pregare cose che possono vedere (quanto siamo materialisti). “Tutti gli dei sono Dio, e tutte le dee sono la Dea, e Dio e Dea sono i due volti di un’unica Sorgente”, così recita una della massime del Druidismo celtico che da alcuni anni seguo.
Anche i riti. Non ci sono preghiere valide e preghiere meno valide; non credo che le preghiere dei cristiani siano più efficaci di quelle degli induisti; credo che la preghiera che meglio sale agli dei è quella che viene dal cuore, sinceramente, la supplica dello spirito puro, di una persona che anela al mistero divino con amore, che ama, che brucia di preghiera, la cui supplica è vera, sincera, profonda. Credo che gli dei non sono sordi alle nostre preghiere, ma non sempre rispondono nel modo in cui noi vogliamo.
Invidio le persone che dedicano tutta la loro esistenza alla crescita dello spirito, che siano monaci cattolici o buddhisti: loro ascendono sempre, salgono al divino e tornano e crescono nello spirito.
Io non so che ne sarà di me dopo la morte, se rinascerò, se diverrò cenere, se salirò in cielo o brucerò tra le fiamme eterne dell’inferno (quest’ultima più probabile), e come non lo so io non lo sa nessun altro abitante del globo terrestre, che io sappia. Ma sono sicuro che, qualunque cosa avverrà di noi dopo la morte di questa carne, non finirà tutto così, non può finire tutto così. a che è servito nascere, crescere e patire tante sofferenze, compiere tante azioni, se poi diveniamo solo polvere e vermi? Non credo. Qualcuno ci attende, qualcosa per cui abbiamo lavorato in questa vita. Le nostre azioni sono avvenute per una causa e portano conseguenze le cui onde si propagano nella vita degli altri attorno a noi per vite e vite. Un’azione di oggi avrà conseguenze anche tra dieci anni perché nulla si arresta nel tempo, questa è le vera immortalità credo. Anche se uno muore, anche se diventa polvere, le sue azioni, il suo stesso aver camminato nel mondo, lascerà impronte, conseguenze, segni, e questa sarà la sua immortalità: verrà ricordato, e nel ricordo altrui vivrà sempre.
Io credo che dopo la morte, gli spiriti tornano presso la sorgente che li ha creati, lì apprendono la lezioni di questa loro vita appena conclusa, se hanno imparato quello che dovevano imparare vanno avanti, sotto un’altra forma, magari divenendo solo spiriti, magari entrando nella sorgente, oppure tornano indietro, in un altro corpo, e vivono di nuovo per apprendere una nuova lezione, o pagare i debiti della loro vita appena passata. Credo che tutti noi viviamo molte esistenze, magari come corpi incarnati, magari solo in una dimensione spirituale, ma comunque viviamo tante vite per apprendere tutte le lezioni importati e crescere, evolverci, solo per giungere al punto in cui saremo perfetti come la sorgente che si ha creato e torneremo in essa per sempre. Lo so è un ragionamento non proprio cristiano. Ma dopotutto Cristo non ha mai detto che non vivremo altre vite, e dopo tutto credo che Cristo ci ha lasciato lezioni più importati a cui pensare che non siano inferno o paradiso. Infatti io penso che non è importante dove andremo dopo questa vita, se preghiamo 5 volte al giorno o se andiamo a messa la domenica o chiamiamo la divinità in un modo o nell’altro: l’importante è come viviamo, il bene che facciamo, le lezioni che apprendiamo, le azioni che compiamo e le loro conseguenze. “Fa ciò che vuoi basta che non nuoci a nessuno”, questo è un’altra lezioni celtica: sii responsabile delle tue azioni e ricordati che hanno delle conseguenze attorno a te.
L’uomo cercherà sempre risposte, continuerà a guardare le stelle di notte sperando di udire la risposta di qualcuno da la su; forse qualcuno riuscirà a sentire una voce nel vento che gli darà il coraggio di vivere e lottare ancora, altri non sentiranno nulla. L’uomo pregherà sempre il proprio dio, ma allo stesso tempo lo rinnegherà e l’ucciderà sempre con il suo comportamento. Il Bene, il Male, tutto dipende dall’uomo, neanche gli dei sono così potenti da decidere delle nostre azioni.
“Gli Dei pongono i fili del destino sul loro telaio, ma sei tu a scegliere la trama del ricamo, quindi tessi saggiamente la tua vita”.
Credo che gli spiriti esistano, che si muovano attorno a noi forze ancestrali, che percorrono la terra e i suoi elementi, spiriti antichi che odono le nostre preghiere che ci aiutano, che non ci lasciano soli che ci insegnano cose.
Nel buio a volte rivolgo il mio cuore in alto, cercano la luce e prego, prego la Dea che è madre di tutti e la supplico affinché mi dia le risposte alle mie domande e che aiuti il mondo a star meglio. Non risponde mai nessuno, ma non è detto che nessuno non sta a sentire no?
Verrà il giorno io credo, che sia l’Apocalisse dei cristiani o il Raghnarock dei celti, in cui il divino si mostrerà all’umanità e tutti i veli, le domande, i dubbi cadranno, perfino i templi e i sacerdoti cadranno, e dio si rivelerà per quello che è: una creatura come noi, non così cattivo, non così onnipotente, non così terribile come lo dipingono; ma qualcuno che ama, che ti ascolta, che non ci lascia. Nel frattempo non ci resta che sperare, o meglio dire, avere fede, perché di certo non siamo da soli qui giu...
Amen.
Voglio mettere questa canzone di Glee che mi ha colpito molto, "Papa can you hear me"...

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