E così arrivò il fatidico giorno... sapevo che prima o poi avrei scritto di questo argomento, in un mio libro magari o su un blog come questo. Il mio socio dice che è un po’ come un nostro diario personale quindi scriverò questo post pensando di scrivere una lettera proprio al mio socio pazzo.
Ovviamente non so neanche da dove iniziare... un conto è affrontare questo argomento con se stessi, chiusi in camera, al buio, piangendo per confessare a se stessi quello che veramente si è per accettarlo finalmente e per poter vivere in modo più o meno felice; un conto è scriverlo e raccontarlo pubblicamente, ma ci proverò.
Essere gay, nascere omosessuali, non è una cosa che nessuno può spiegare o descrivere a parole. Forse neanche gli stessi gay sanno che vuol dire essere diversi, perché nel bene o nel male, si è diversi è un dato di fatto. La società, il mondo, tutti e tutto ti fa sentire che tu sei fuori posto, che non sei come gli altri.
Ma partiamo dall’inizio.
Vi prego di scusarmi se non vi racconterò la mia vicenda gay, ma ancora le ferite sono troppo fresche perché possa parlarne. Vi basti sapere solo che essere un gay di un paesino di provincia italiano non è facile, soprattutto se quasi nessuno sa di te. Vi voglio parlare però di come ci si sente, di come mi sento io e molti miei amici a vivere questa nostra realtà parallela. Sono diverse le cose di cui voglio parlarvi, diverse le sensazioni di essere gay e di vivere come gay, forse non basterebbe un intero blog dedicato solo a questo argomento, ma cercherò di mettere il più possibile.
La diversità. Se sei gay sai di essere diverso dagli altri, ti senti completamente fuori luogo, fuori tempo e distante dalla altre persone come se ci fosse sempre e comunque un vetro di mezzo. Tutti, amici compresi , famiglia compresa, per quanto bene possano volerti, quando ti guardano ti guardano con quel misto di compassione e pietà e curiosità perché tu sei il diverso, l’animale raro e vedi sempre nei loro occhi, nei loro comportamenti, che sono a disagio con te; ci si può scherzare sopra, parlarne, quello che vuoi, ma loro non sapranno mai come comportarsi o quello che tu provi.
Il segreto. Essere gay, più o meno dichiarati, devi comunque avere molte cose segrete: i tuoi amori, i tuoi desideri o fantasie sessuali, i tuoi gusti, i tuoi atteggiamenti, i tuoi orientamenti, tutto velato e segreto perché se no la gente di guarda, ride di te, ti vede come il fenomeno da baraccone. Se sei un gay dichiarato un po’ ti salvi, perché hai abbastanza palle per far quello che vuoi anche se nessuno attorno ti accetta, ma se non sei dichiarato anche un semplice sms o una telefonata di un corteggiatore deve rimanere nascosta.
Dio. I gay bruceranno all’inferno perché sono peccatori, impuri, dannati, il loro amore non conta nulla. Per me che sono cresciuto in chiesa sapere questo è un peso che nessuno può capire. Se il mio dio è amore e mi ha creato così perché sono sbagliato ? Se Dio fa solo cose perfette e non sbaglia mai perché io sono sbagliato?
Il pregiudizio. Tutti i gay sono effemminati, da discoteca, sessuomani, puttane e donne mancate. Non è così. Tutti i gay hanno l’hiv. Non è così. Tutti i gay vestono di rosa e si truccano. Non è così. Potrei continuare sui pregiudizi all’infinito. Essere omosessuale non vuol dire essere omologato. Ogni persona è diversa dagli altri, non si può classificare tutti allo stesso modo. Ma la gente eterosessuale queste cose non le capisce.
La solitudine. Questo è un tasto un po’ dolente, basta dirvi che se sei gay, ti senti molto solo, anche se hai tanti amici gay magari, perché comunque vivi le sensazioni e le paure, le ansie e le sofferenze sentendoti sempre solo.
L’amore. Su questo argomento non ci sono parole. Molti amici etero mi dicono che soffrono, che hanno problemi di coppia, ecc... io gli dico sempre di notare quello che loro possono e io no. Gli etero possono baciarsi in pubblico, camminare mano per mano, portarsi il ragazzo o la ragazza a casa, dire a tutti, urlare a squarcia gola di amare una persona, corteggiare qualcuno liberamente, fare apprezzamenti fisici su qualcuno, scopare con chi vogliono e dirlo tranquillamente agli amici. Quasi tutti i gay questo non possono farlo. Gli etero possono amare. Noi gay per amare dobbiamo soffrire come cani, lottare contro il mondo intero. Quindi per favore non ditemi che per voi è difficile come per noi, perché voi etero potete parlarne, noi gay a volte non possiamo neanche dire di amare qualcuno.
La ferita. Ogni gay, più o meno fortunato, si porta ferite e traumi che moltissimi etero neanche comprenderebbero. A volte io mi sento uno squarcio così grande dentro al petto che mi sembra di esplodere, di essere risucchiato come in un buco nero, mi mancano le parole per descriverlo. Fa male, fa tanto tanto male. Non so come dirlo. A volte sento che il cuor emi si frantuma in un miliardo di pezzi per il mio essere così, mi sento fuori posto, fuori tempo, sbagliato, diverso, inutile, impotente. Essere gay fa male. Si è eternamente feriti, mutilati, umiliati, abbandonati, allontanati. Per quanti amici o familiari possono volerci bene non si è mai completi, ci manca sempre qualcosa...
Il silenzio. A volte sento un grande silenzio dentro di me. Molto miei amici hanno perso perfino la speranza di essere liberi, di esser amati, si lasciano trascinare dagli eventi, scopano, si drogano, fanno i dissoluti perché tanto si sentono soli e non hanno più le forze per combattere.
Non sono riuscito a spiegarvi neanche un decimo di quello che sento nell’essere gay. Per me essere gay è come STARE IN SILENZIO per sempre, non trovare mai le parole per dire a tutti quello che sono e quello che voglio o chi amo. Non ci riuscirò mai, forse non ci si accetta mai del tutto. A volte basterebbe anche solo un amico che ti tiene la mano e ti dice io ci sono per stare meno male... a volte, basterebbe essere solo un po’ amati...
Io non so quello che scriverà il mio socio su questo argomento, lo so che forse il mio post è un po’ negativo e pessimista, ma io non vedo un futuro molto luminoso per me, per quelli come me, per questa nostra “razza sbagliata”. Mi chiedo solo perché gli dei c’hanno condannato a questo peso.
Dedico questo post a tutti i miei amici gay, ai ragazzi che ho amato e che a modo loro mi hanno riamato, e lo dedico al mio socio, spero che capirai un po’ più di me.
Ho scelto due canzoni. “Segreto” di Alessandra Amoroso, perché essere diversi, amare in modo diverso, a volte è proprio un segreto della natura, nessuno sa il perché dell’omosessualità. E la seconda canzone è “Il mio amico” di Anna Tatangelo: spero che i miei amici capiscano come mi sento a volte, anche quando sorrido mentre dentro mi sento morire.
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